Sempre più poveri nella nostra regione

Un tempo i poveri erano soprattutto persone anziane, mentre oggi, a causa della crisi economica che continua a mordere, l’età media è scesa e la povertà colpisce principalmente adulti e famiglie con figli a carico. È quanto è venuto alla luce nel corso dell’incontro dal titolo “E’ vero che ci sono dei poveri tra di noi?”, che si è tenuto all’auditorium “Mons. Galupin”, a Romans d’Isonzo. Incontro promosso dalla locale Parrocchia, per sviluppare il tema della povertà nella nostra regione e al quale erano presenti ed hanno portato la loro testimonianza, alcuni rappresentanti degli osservatori delle quattro Caritas diocesane del Friuli Venezia Giulia. Operatori e volontari che da anni collaborano con la Regione per costruire un osservatorio sulle politiche di protezione sociale e delle povertà. Dopo il saluto del parroco don Flavio Zanetti, è stata Manuela Celotti, della Caritas di Udine, a fornire i dati raccolti nei 4 centri diocesani della Caritas del FVG, ma pure nei 42 centri di ascolto territoriali, presenti in ambito regionale. Il sistema dei servizi sociali della regione FVG – ha fatto inizialmente presente la Celotti – suddivisi in ambiti socio-assistenziali, nel 2016 ha preso in carico ben 62785 persone, pari al 5 per cento dei residenti nella nostra regione, sottolineando che la povertà sta colpendo sempre di più le persone adulte, in controtendenza a quanto succedeva un tempo, in cui le persone povere erano soprattutto quelle più anziane, mentre la povertà oggi si concentra maggiormente nelle città, a causa della crisi economica e di una ripresa che stenta ad arrivare. Ci sono poveri stranieri ma pure poveri italiani, di cui molte famiglie con figli a carico, in seno alle quali la povertà dei genitori genera la successiva povertà dei figli, che spesso diventano delle persone emarginate. Dei soggetti presi a carico dai servizi sociali nel 2016, le persone adulte sono  state 31186, pari al 49,7 per cento dell’utenza complessiva, con un aumento dell’11,5 per cento rispetto al 2015.I soggetti che nel 2016 hanno beneficiato del MIA, ovvero della misure di integrazione attiva regionale, considerato un reddito di cittadinanza, sono state 15563, di cui molte famiglie con figli a carico, per complessive 43 mila persone circa, che vivono con un reddito inferiore ai 6 mila euro di Isee all’anno. Va aggiunto che il 60 percento di queste 43 mila persone, vive con un reddito Isee inferiore ai 3 mila euro annui, ovvero in condizione di povertà assoluta. Passando al distretto Alto Isontino, di cui fa parte anche il comune Romans, nel 2016 i residenti erano 68822, gli stranieri 4630, mentre gli utenti in carico ai servizi sociali sono stati 3293, di cui 353 di età minorile. Gli adulti sono stati 1672: nel 2012 gli adulti in carico erano 1039, quindi dal 2012 al 2016 sono aumentate di ben 600 unità, le persone adulte che sono entrate a carico dei servizi sociali. Gli anziani hanno toccato quota 1268, gli stranieri 557, pari al 17 per cento delle persone a carico dai servizi sociali. Le persone sole hanno raggiunto quota 1197, le famiglie 779, o nuclei monogenitoriali, 407. Nell’ambito Alto Isontino, sono stati 953 i nuclei familiari che nel 2016 hanno beneficiato della MIA, in quanto avevano un reddito inferiore ai 6000 euro. Questi stando ai dati forniti dalla Regione e dall’Istat, che offrono un quadro completo della situazione regionale – ha concluso la Celotti – dicendo che ci sono dei poveri anche tra di noi, in aumento, nelle città ma pure nei piccoli paesi.