Gli anni in cui i ragazzi dicevano: “Ci troviamo al Ric”

Il ricreatorio di via Pozzetto è stato fin da subito un centro di aggregazione giovanile.Già nel primo anno dopo la guerra, favorito anche dalla disponibilità di nuovi spazi, il cappellano don Rino Cocolin si rimboccò le maniche e diede vita a due associazioni: la prima più di carattere  ecclesiale fu la nascita dell’Asci  (associazione scout cattolici italiani) di cui abbiamo diffusamente scritto nelle scorse settimane; quasi contemporaneamente nacque l’Unione sportiva Alba, che nei primi anni  dedicò le sue forze al gioco del calcio per ampliare, nei primi anni Cinquanta grazie sotto la guida di don Cesco Plet. le attività della pallavolo e dell’atletica leggera con spirito più amatoriale che agonistico.

Il Centro di giovinezza monsignor MargottiAl ricreatorio era stato il nome “Centro di giovinezza monsignor Margotti” e la scritta, stinta dal tempo, è rimasta sull’edificio centrale fino a quando nel 1993 non c’è stata la sua ristrutturazione. Ma il ricreatorio, al di là della partecipazione alla vita associativa, è stato per decenni un centro di incontro per i ragazzi cormonesi. Il campo di calcio è stato in particolare il collante negli anni Cinquanta e Sessanta: un appuntamento fisso pomeridiano per calci a un pallone. Partite infinite che duravano fino all’imbrunire. Ma non solo. Era anche l’unico luogo dove i giovani potevano incontrarsi anche solo per chiacchierare. Erano gli anni in cui i ragazzi dicevamo “Ci troviamo al Ric”. Che era aperto a tutti, non c’erano cancelli e portoni. Alla fine degli anni Sessanta l’offerta ricreativa aumentò con la creazione dei campi di basket e pallavolo. La parrocchia era venuta incontro anche alle esigenze della comunità dando i propri spazi per ospitare alla fine degli anni Cinquanta alcune aule della scuola media e gli alunni della scuola materna di viale Roma quando si è trattato di ampliare quell’edificio e, ancora un paio di anni fa, per rispondere all’emergenza nata per la messa in sicurezza dell’edificio della scuola media “Pascoli” dove si era staccati intonaci dai soffitti.

Il Centro cattolico cormoneseUna nuova importante pagina della storia del ricreatorio è stata scritta nei primi anni Settanta quando la parrocchia decise di realizzare una nuova struttura al posto della vecchia sala cinematografica, chiusa da alcuni anni: era quello che è stato definito “Nuovo ricreatorio” con l’obiettivo di accorpare in un unico posto, chiamato Centro cattolico cormonese, oltre la sede delle associazioni, anche l’abitazione dei sacerdoti e l’Ufficio parrocchiale. Pagina importante perché non si è trattato solo di costruire un nuovo immobile, ma per realizzarlo è stato istituito, con decreto arcivescovile, quello che è stato il primo Consiglio degli affari economici della di diocesi con la partecipazione fattitiva dei laici. Ne risultarono componenti, oltre al parroco monsignor Giuseppe Trevisan, Giorgio Zoppolatti, che assunse la presidenza, Antonio Ferlat, Aldo Braida, Paolo Benetti e Maria Bertoli.  Compito del Comitato era quello di raccogliere i fondi necessari per la realizzazione del nuovo ricreatorio e per farlo alienarono tutta le proprietà terriere che la parrocchia possedeva e che, sono parole di monsignor Trevisan, “la rendeva troppo simile ai tanti padroni ’nobili e non’ del posto con grave detrimento della Fede. E ciò senza realizzare un sensibile reddito: la Chiesa era allora davvero un’ministro senza portafoglio’”. Si attuava così anche lo spirito del Concilio Vaticano II che invitava la Chiesa di spogliarsi dei beni superflui, farsi più povera e a dedicarsi esclusivamente all’evangelizzazione.La prima pietra del nuovo ricreatorio venne benedetta nella ricorrenza del patrono Sant’Adalberto, il 23 aprile 1974, dall’arcivescovo monsignor Pietro Cocolin, quel don Rino che meno di trent’anni prima aveva animato assieme a monsignor Magrini il nuovo oratorio. I lavori, con qualche interruzione, durarono poco più di tre anni, affidati dalla Curia diocesana, che vigilava strettamente sull’opera con alla supervisione dell’architetto Guglielmo Riavis che si avvaleva anche dell’arch. Scandellari.  I costi del nuovo ricreatorio furono coperti interamente dalla vendita dei beni parrocchiali e dai contributi dei cormonesi. Non una lira venne chiesta agli enti pubblici.L’inaugurazione del nuovo ricreatorio avvenne domenica 9 ottobre 1977. Fu una mattina di festa con la presenza, oltre che delle autorità e delle associazioni ecclesiali e civili, di molti cormonesi. La benedizione venne impartita ancora da monsignor Cocolin. Una parte del nuovo edificio venne occupato dalle associazioni, l’altra dalla canonica e dall’ufficio parrocchiale che si trasferirono un anno dopo, l’11 luglio 1978, lasciando lo storico edificio di via Patriarchi. La ristrutturazione puntò più su attività pastorali pur non trascurando l’aspetto ricreativo. L’Alba basket, nata nel 1966 per volontà della parrocchia di accogliere un’esigenza nata da un gruppo di giovani, lascia l’oratorio nel 1974, ma anche le esigenze dei giovani stavano mutando e il Ric non era più la sola opzione che avevano per il loro tempo libero.

Il Centro pastorale monsignor Giuseppe TrevisanIl ricreatorio cambiò nome in quello attuale, “Centro pastorale monsignor Giuseppe Trevisan” nel dicembre 2007 quando il parroco di allora monsignor Sergio Ambrosi, a pochi giorni dalla morte dell’anziano arciprete, volle perpetuarne la memoria intitolandogli quel complesso oratoriale per il quale molto si era speso nei suoi 38 anni di guida spirituale della parrocchia.Oggi il Centro pastorale monsignor Giuseppe Trevisan prosegue lungo quella strada tracciata tanti anni fa anche non sono mancati ammodernamenti come la ristrutturazione nel 1993 del vecchio edificio, la realizzazione nei primi anni Duemila del campo sintetico di calcio e quello di basket con gli annessi (chiosco e spogliatoi). È nata anche l’associazione “Ric Cormons” che cura le iniziative ricreative, sociali e culturali che ogni anno si svolgono nel centro a favore di tutta la comunità. I tempi sono cambiato rispetto a quel lontano 1946, ma il ricreatorio rimane ancora un importante punto di riferimento per l’intera comunità cormonese.