Giuseppe, il santo della provvidenza

Ci apprestiamo a celebrare la ricorrenza di San Giuseppe. Da quando il 19 marzo non è più festa civile – la soppressione è avvenuta nel 1977 – questa giornata ha perso un po’ di importanza ma la tradizione non è venuta mai meno. La festività di San Giuseppe apriva virtualmente la primavera con le prime sagre e, se il tempo atmosferico lo permetteva, le prime scampagnate in collina. Un’anticipazione della Pasqua e di Pasquetta sui prati. Dal punto di vista religioso era giornata festiva e non mancava l’appuntamento con la Messa per celebrare questo santo molto amato tanto che era uno dei nomi più gettonati.  L’iconografia ci presenta San Giuseppe come un uomo “saggio” per cui “anziano” con una barba folta già nelle statuine del presepe, mentre sappiamo che quando Dio entrò nella sua vita era un giovane con molta probabilità neanche diciottenne. Era nel pieno della vitalità, sicuramente dal cuore generoso e ricco di Fede, indubbiamente innamorato di Maria. Spesso messo “in ombra”, Giuseppe diventa simbolo dell’uomo che si lascia fare da Dio, che usa la propria testa (il ragionamento) per fare la scelta giusta.  San Giuseppe si è lasciato condurre perché era giusto e “giusto” è l’uomo che vive di Fede. Dove lo porta il Signore? Non lo sa, Dio non glielo dice. Ha sempre detto di sì con la vita, non con le parole.San Giuseppe è anche l’uomo della provvidenza. Ne sanno qualcosa le Suore della Provvidenza che si sono affidate a Lui nei momenti di necessità e in particolare quelle economiche. Si legge spesso nella cronaca conventuale le preghiere rivolte al santo o anche i ringraziamenti come quelli del marzo 1899: “La novena di S. Giuseppe l’abbiamo fatta con più solennità del solito avendoci egli fatto vendere il Palazzo Cernazei e per tal modo liberate da tutti i nostri debiti. Oh, lo abbiamo ringraziato proprio di cuore…”.San Giuseppe è anche patrono di Dolegna e la comunità di quel centro lo ricorderà con una Messa solenne lunedì 19, alle 19, nella parrocchiale.  In mattinata, in località Pradis, a Cormons, le famiglie del “borgo”, come tradizione, si troveranno per la Celebrazione Eucaristica alle 10.30, all’icona della Madonna dei vigneti, a cui seguirà un momento di agape fraterna. Una tradizione iniziata una trentina di anni fa e che puntualmente si rinnova ogni anni nel ricordo dei loro promotori, monsignor Giuseppe Trevisan e Egidio Picech.