“Di genere si muore se, in genere, non si educa”

Nel pomeriggio di mercoledì 26 aprile, a Palazzo Madama, presso la Sala “Caduti di Nassirya” sì è svolto il convegno “Giù la maschera: cultura e formazione per fermare la violenza”, promosso dalla senatrice Laura Fasiolo, in qualità di componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, per presentare le iniziative portate avanti in Friuli Venezia Giulia, in un percorso di educazione e sensibilizzazione contro il fenomeno della violenza di genere, dalle associazioni SOS Rosa, Unione Donne Italiane, Interpares (che opera sul territorio regionale con uomini che usano violenza nelle relazioni domestiche), Caritas diocesana, studenti e studentesse dell’Istituto Tecnico Agrario “G.Brignoli” di Gradisca d’Isonzo, alcuni immigrati ospiti del C.A.R.A.Nel corso dell’incontro l’artista Mattia Campo Dall’Orto ha presentato i due elaborati “Ogni scusa era buona” e “Ogni scusa resta buona”, frutto del progetto del tutto originale (di cui abbiamo ampiamente riferito sul numero di Voce Isontina del 19 novembre scorso) promosso dal Comune di Gradisca d’Isonzo in occasione dell’ultima edizione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, con il quale si era scelto di percorrere la via dell’arte come metodo, privilegiando l’educazione – perché solo educando si supera l’odio – e l’intercultura – perché solo conoscendo si supera il pregiudizio. – Il Perfect Strangers Library, una raccolta di libri fatti a mano, di Mattia Campo Dall’Orto è un percorso artistico compartecipato ideato per indagare il punto di vista di chi usa violenza e capire le strategie dell’uomo maltrattante, in un’ottica di prevenzione.Decisamente positivo il bilancio dei gruppi impegnati nel progetto, come è stato rilevato nella relazione presentata: “Partecipare ad un progetto non significa essere solo pubblico in uno spettacolo: i 74 ragazzi del Brignoli coinvolti – ha commentato la Prof.ssa Patrizia Piccini, Referente Progetto Salute per l’Istituto – hanno scelto di sentirsi attori e di affidarsi alla regia di un artista sensibile quale Mattia Campo Dall’Orto, che ha mosso dentro di loro le corde giuste per produrre armonia. Armonia d’intenti, di rabbia, di sentimenti e di solidarietà nei confronti della violenza che quotidianamente si perpetra verso le donne. Armonia nella disarmonia delle loro vite. Anche grazie a questa opera d’arte abbiamo scoperto quegli angoli bui che la didattica tradizionale spesso non consente di illuminare e valorizzare.”Nel progetto sono stati inseriti pure i richiedenti asilo frequentanti il corso di Italiano di Carità Diocesana Onlus, per offrire loro l’opportunità di aprire una finestra sulla realtà sociale del nostro paese, per affrontare senza distinzioni etniche o religiose il tema della violenza sulle donne.”La risposta da parte degli studenti stranieri è stata inaspettata e significativa: – ha commentato la dott.ssa Valentina Busatta, responsabile delle attività di integrazione del centro diurno che, assieme all’insegnante Sonia Legovini, ha sostenuto la mediazione culturale e il percorso al progetto – hanno mostrato stupore nell’apprendere che in un paese occidentale, ritenuto “avanzato”, possa esistere questo tipo di violenza, una modalità di violenza tra l’altro che non sembra essere condivisa nelle motivazioni dalla loro cultura di appartenenza. Un lavoro che ha permesso una profonda riflessione sul diverso modo di intendere il rispetto per la donna.”A completare il progetto anche la voce della musica e del teatro. Grazie alla partecipazione della cantante Serena Finatti, il Videoclip “Somebody that I used to Know” è stato fondamentale per veicolare l’attenzione sui dati statistici di violenza raccolti per l’anno 2016 dal Centro Antiviolenza SOS Rosa. Con la performance “Credevo”, inoltre, a cura dell’associazione culturale Fierascena, gli artisti Elisa Menon e Paolo Fagiolo hanno interpretato elaborazioni di testi per spiegare l’escalation della violenza in un rapporto di coppia e come episodi di violenza non abbiano né etnia né classe sociale di riferimento.Tutto questo è stato illustrato nel corso del convegno, a cui è intervenuto anche il Presidente della Commissione Straordinaria dei Diritti Umani, Sen. Luigi Manconi, ribadendo che educare al rispetto della persona, della sua unicità, è fondamentale per rompere quei modelli di comportamento e quegli stereotipi che fino ad oggi tanto male hanno fatto alla nostra società e che non possono essere abbattuti solo attraverso la pena inflitta.In chiusura, la senatrice Fasiolo ha ringraziato tutti gli intervenuti, in particolare il sindaco di Gradisca d’Isonzo, Linda Tomasinsig, l’Assessore ai Servizi Sociali, Educazione, Politiche giovanili e Comunicazione Francesca Colombi, la dott.ssa Valentina Busatta – Responsabile per Caritas – Carità Diocesana Onlus – del Centro di Aggregazione, Sonia Legovini – Insegnante per Caritas Diocesana Onlus dei Corsi di Italiano e iniziative di integrazione, – Lucia Ernesta Sergiacomi e Mariarosa Marcuzzi – Volontarie per SOS Rosa Gorizia / Gradisca d’Isonzo. Naturalmente il ringrazamento era esteso anche a tutti i protagonisti del progetto: “Porteremo con noi le emozioni e le parole di chi non potrà esserci, aveva scritto infatti su FB alla vigilia della partenza per Roma, l’assessore Colombi – ma che con il proprio impegno ha reso possibile il risultato riconosciuto.”