Sul Troi di Aquilee: itinerario da Barbana a Castelmonte

Un diario di viaggio, un piccolo album che raccoglie descrizioni di itinerari, emozioni, sentimenti, commenti e riflessioni. “Sul Troi di Aquilee”, edito dalle edizioni Glesie Furlane nella collana “Trois”, è l’esordio letterario del giornalista e operatore culturale Christian Romanini, che per questo suo primo lavoro ha scelto la lingua friulana.Il libro si apre a Barbana, passando poi per Grado, Aquileia, Aiello, Cormòns, fino a giungere alla meta del nostro autore: Castelmonte o, come chiamato in friulano, Madone di Mont. Settanta i chilometri percorsi, ovvero la prima parte del più grande Cammino Celeste che dal Santuario di Barbana arriva a quello sul monte Lussari.”Sul Troi di Aquilee” esce anche in un anno, per così dire, “speciale”. Ricorrono infatti non soltanto i 10 anni del Cammino Celeste, ma anche l’Anno Nazionale dei Cammini; un’occasione in più per avvicinarsi, aiutati magari proprio da questa lettura, all’esperienza in prima persona su questi itinerari lenti, meditativi, di pace.Accanto alle pagine del “diario di viaggio” di Christian, anche alcune riflessioni ricevute da alcuni suoi amici, delle lettere che hanno scortato il suo cammino – solitario sì, ma accompagnato dalle persone che lo hanno sostenuto: pre Tonin, componente dell’associazione Glesie Furlane; Gabriele Pelizzari, professore all’Università Cattolica di Milano; Enos Costantini, professore e curatore editoriale della rivista Tiere Furlane; Paolo Petiziol, console della Repubblica Ceca e presidente dell’associazione Mitteleuropa; pre Roman Michelot, già presidente di Patrie dal Friûl e componente di Glesie Furlane.Accanto alla testimonianza dell’autore e alle lettere dei tanti che lo hanno sostenuto, anche numerose foto che, pagina dopo pagina, passo dopo passo, ci raccontano quello che Romanini stesso ha potuto osservare: un panorama variegato, dall’acqua che circonda il Santuario di Barbana e bagna l’isola di Grado, su fino ai monti che coronano il Santuario di Castelmonte, passando per le belle pianure e colline, con i loro vitigni, campi e torrenti. Spazio anche per opere d’arte, testimonianze dal passato e bellezze architettoniche.Un viaggio che Romanini ha voluto dedicare al suo piccolo Lorenzo, il suo bambino, e che noi possiamo prendere come spunto per scoprire, o meglio ri – scoprire, tante bellezze che ci appartengono.