La memoria storica restituita alla comunità

Durante la sera di giovedì 29 settembre la comunità di Aquileia ha assistito con grande soddisfazione alla presentazione del riordino del proprio archivio parrocchiale, frutto di due anni di meticoloso lavoro di ricerca storica da parte dell’archivista e paleografo Vanni Feresin, che ha ricostruito il filo conduttore dei numerosi e antichi documenti presenti nel fondo.La serata è stata presentata dal direttore di Voce Isontina, che nell’introdurre i vari interventi citando Paolo VI ha ricordato come le testimonianze contenute nelle antiche carte non hanno solo valenza storica ma sono importantissime anche dal punto di vista della fede: sono testimoni infatti del transitus Christi, ovvero raccontano di come in quel dato momento, in quella porzione della Chiesa Universale (ovvero la parrocchia) ci sia traccia di quella fede apostolica tramandata fin dalla Chiesa delle origini, facente parte di quella Tradizione con la T maiuscola che -come ci ricorda il Concilio Vaticano II – assieme alle Sacre Scritture sta alla base della nostra fede.Ha aperto l’incontro mons. Michele Centomo, che per nove anni è stato Arciprete Parroco di Aquileia (che ha appena lasciato la parrocchia per assumere il medesimo incarico nella città di Grado) salutando le autorità e i numerosi parrocchiani presenti e ringraziando l’archivista per l’impegno e la passione profusi nel lavoro svolto.La parola è passata al soprintendente archivistico per il Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Dorsi e successivamente al soprintendente vicario Renata Da Nova, che ha seguito da vicino il riordino e che ha relazionato sull’importanza degli archivi parrocchiali nel nostro territorio e sulla legislazione in materia di tutela, riordino e conservazione, anche alla luce del fatto che per secoli le anagrafi parrocchiali hanno rappresentato l’unica fonte stabile per quanto riguarda la registrazione dello stato civile.In seguito il curatore del riordino ha ripercorso la storia della parrocchia della città romana attraverso il luoghi di culto, ovvero la chiesa di San Giovanni in Foro, per secoli punto di riferimento della vita parrocchiale, la Basilica, raccontandone i periodi di splendore e quelli di decadimento e i numerosi luoghi di culto abbatuti durante l’età Giuseppina, le cui uniche testimonianze sono rappresentate dalle carte, talvolta quasi dimenticate.Feresin ha inoltre ricostruito la metodologia del riordino e dell’ assemblamento dell’archivio, da cui è nato un pratico indice di consultazione, uno strumento valido a disposizione di storici, genealogisti ed appassionati, che coadiuvati da personale qualificato, potranno agevolmente intraprendere le loro ricerche, entrando in punta di piedi nella millenaria storia della città fluviale romana.Durante la serata i presenti hanno avuto la possibilità di visionare alcuni documenti del fondo, sia dal vivo sia tramite riproduzioni fotografiche proiettate.