I colori dello “Spirito di Gorizia”

Festoso pomeriggio a Palazzo Attems Petzenstein per la presentazione del catalogo della mostra “Fratelli, Bratje, Fradis, Bruder, Brothers” allestita nello stesso palazzo per celebrare i cinquanta anni di vita e di attività dell’Istituto per gli incontri mitteleuropei. Hanno fatto gli onori di casa con il presidente onorario del’Icm, Renato Tubaro, l’assessore provinciale alla cultura Federico Portelli, il vicepresidente dell’istituto ing. Nicolò Fornasir. Ai presenti è stata consegnata copia del catalogo a partire dalla curatrice dott. Alessandra Martina, allo storico Lucio Fabi, ai traduttori (Michele Calligaris, Marianne Maier e Peter Szabo), alla progettiste Chiara Lamonarca e Beatrice Mascellari, ai progetto grafico di Alfio Scarpa, al gruppo della segreteria organizzativa  nelle persone di Mattia Anfosso, Matteo Colovatti, Dania Dal Favero, Linda Fantin, fino alla progettista del catalogo Silvia Klainscek, al tipografo di Ideago di Gorizia, al fotografo Dino Altran ed ai vari collaboratori volontari dell’iniziativa.L’avv. Portelli, nell’introdurre i lavori ha affermato che il catalogo è ciò che rimane della mostra ma anche un modello , nato da tante forme di collaborazione coordinate dalla amministrazione provinciale e i suoi servizi che hanno avuto piacere di collaborare all’iniziativa. L’ICM costituisce bene un patrimonio che esprime il patrimonio della città e del territorio e che la mostra, chiudendosi sull’attualità, lascia aperto un futuro da “tessere insieme”.L’illustrazione del catalogo ha consentito alla dott. Martina di illustrare il significato del fiore rosso che simbolizza l’Istituto per gli incontri mitteleuropei e che troneggia sulla copertina e nell’antisala della mostra, a dimostrazione che i sei petali (i sei Paesi originari) sono altrettanti fili che si sono dispiegati legando la storia di Gorizia e della sua storia all’Europa dalla quale proviene. I fili multicolori della mostra saranno ancora utili per il futuro a condizione che gli uomini e le donne del Goriziano (e non solo) sappiano rispondere alle nuove emergenze riconoscendosi in un passato dove cìè ancora linfa e fondamento per affrontare il futuro. Lo “spirito di Gorizia” che è il contenuto della mostra aperta su sei sale è ancora vivo e costituisce il nocciolo che ha fatto fiorire una pianta, quella dell’Europa, quando – 50 anni fa – tutto sembrava preferire divisioni e barriere, muri e frontiere chiuse. Due le strade da percorrere, oggi come ieri: quella della conoscenza di sé e delle proprie radici e dell’incontro nel rispetto e nell’accoglienza nella diversità.Infine, l’ing. Fornasir, ha commentato: la mostra avrà come destinatari alcuni centri della Miteleuropa ma è stata promossa anche per Gorizia ed il suo territorio. Spetta alle nuove generazioni, sull’esempio di quanto avvenuto cinque decenni fa, accettare la sfida rispetto alle nuove emergenze: occorre governare con lungimiranza i momenti critici guardando più in là, aprendo nuovi orizzonti e costruendo relazioni autentiche fra le sponde, siano esse le coscienze come i mari.Lo “spirito di Gorizia”, che ha consentito di dare vita al superamento delle divisioni localistiche, alla costruzione della Regione ed al suo spirito unitario, alla ricostruzione del Friuli terremotato… resta un piccolo ma fondamentale punto di vista per il bene di tutti.