Francesco Giuseppe a Gorizia

L’Imperatore Francesco Giuseppe I, di cui la Mitteleuropa commemorerà il 21 novembre prossimo i cento anni dalla scomparsa, fu sovrano molto amato in ogni parte dell’Impero e ricordato ancora oggi con affetto per la sua dedizione all’impegno di governo e alla cura verso il bene comune.Nutriva particolare stima e considerazione per la città di Gorizia, che amaramente nel 1916 definì “la perla della mia corona”, caduta proprio in quell’anno sotto il piombo del Regio Esercito Italiano, e durante i quasi settant’anni di governo visitò ben cinque volte la città: nel 1850, nel 1857, nel 1875, nel 1882, nel nel 1900 (in occasione dei quattrocento anni di fedeltà di Gorizia e Gradisca all’Austria).Per quanto riguarda la visita del 1857 proporremo due estratti di cronache del tempo che raccontano parti della giornata del 9 marzo. Le due cronache riguardano due istituzioni legate a doppio filo con l’Impero, ovvero il monastero delle Orsoline,(cronaca originale in italiano) visitato dall’Imperatrice Elisabetta e dalla piccola Arciduchessa Sofia e il Ginnasio goriziano di Via delle Scuole, visitato dall’Imperatore stesso (cronaca riportata in traduzione dal tedesco).

Al monastero delle Madri orsolineLe Madri così descrivono il passaggio dell’Imperatrice in visita al monastero e alle scuole: “Il 9 marzo ci onorò con la visita il nostro Monastero Sua Maestà l’Imperatrice Elisabetta Moglie del nostro Imperatore Francesco Giuseppe I. Essa fù una amabile e buona Persona d’età di 19 anni già Madre di due Figlie, si dimostrò contenta di noi dicendo, che il Monastero è assai grande, visitò anche le scuole esterne ed interna ove una Educanda recitò dei versi di congratulazione, presentandogli un mazzetto di fiori odoriferi e freschi accettandolo con piacere le religiose accompagnandola dappertutto fino alla porta, la sera si fece illuminazione, Essa Imperatrice fù accompagnata da due sue Magiordome ed un Generale, del nostro Prencipe Arcivescovo Andrea Gollmayr, Monsignor Preposto Barone Codelli nostro confessore ordinario, e Catechista nostro Cappellano, in camera della Superiora lì fù presentato in contrasegno di gratitudinee divozione un quadro ricamato fede speranza e carità in oro d’argento buono, dinotando e rapresentando un calice con l’ostia ecc. fu questo per Essa con entro una reliquia di Santa Elisabeta, anche per la piccola Arciduchessa Sofia di Lei figlia di un anno e mezzo un cestelo lavorato in oro, seniglie e perle con altre cose di devozione, accettando il tutto volentieri se ne partì da noi. (dal “Libro delle Cronache delle M.M. Orsoline di Gorizia” inv. N.160 anno 1875, p.123)

La visita imperiale allo StaatsgymnasiumPer l’importanza che il ginnasio goriziano ha da sempre rivestito nell’educazione della classe dirigente cittadina, espressione di quel sentire mitteleuropeo di cui è stata per secoli orgoglioso alfiere, Francesco Giuseppe nella mattina del nove marzo programmò la tappa al ginnasio, che per l’occasione venne rimesso a nuovo.L’ex collegio gesuitico, diventato scuola statale austriaca al termine dell’occupazione napoleonica della città, era perfettamente inserito nella Gorizia multiculturale del tempo e, in linea con le altri istituzioni di tutto l’Impero, dava ampio margine di scelta sullo studio delle varie lingue regionali, lasciando la decisione, in parte, anche alla famiglia dell’allievo e permettendo allo studente meritevole e capace di seguire anche più corsi di lingue regionali nello steso anno. Anche per questo il ginnasio è sempre stato riconosciuto come scuola realmente mitteleuropea.La giornata, memorabile per studenti e docenti, è raccontata in tedesco nello Jahresbericht, – ovvero l’annuario scolastico in cui venivano riportati nominativi dei professori e degli alunni, piccoli saggi e avvenimenti da ricordare accaduti nel corso dell’anno- 1856/87.”Il nove marzo è stato un giorno memorabile, poiché la scuola ha avuto l’onore di ospitare Sua Maestà, il nostro amato Sovrano Francesco Giuseppe I.Appena si rese possibile l’ardente speranza che Sua Maestà, di ritorno dal suo viaggio in Italia, facesse tappa a Gorizia, la preoccupazione del direttore fu quella di ripulire ed imbiancare i locali del Ginnasio, in una parola di riportarlo al suo antico splendore.Poco prima dell’arrivo di Sua Maestà tutto era in ordine e l’interno dell’edificio aveva un aspetto così ordinato ed elegante, ce mai prima aveva avuto. Il sabato prima dell’arrivo della Coppia Imperiale anche le colonne dell’ingresso erano state ornate di ramoscelli di alloro. Poichè la sala, in cui un tempo si tenevano gli esami, era già utilizzata per la sistemazione dei reperti di storia naturale – la collezione più ricca era stata donata da Sua Eccellenza Conte Coronini, già precettore di Sua Maestà – venne adornata per l’occasione l’aula della classe V.Finalmente arrivò il giorno atteso così ardentemente, il cui ricordo rimarrà impresso a caratteri d’oro nei cuori di tutti gli insegnanti e di tutti gli allievi. Lunedì 9 marzo Sua Maestà, dopo aver passato in rassegna le truppe schierate, si compiacque di onorare il Ginnasio con la Sua regale visita. Appena Sua Maestà ebbe varcato la soglia dell’edificio, il coro degli studenti di canto, al primo piano, intonò l’inno imperiale.Il direttore, a capo del corpo insegnante, elogiò Sua Maestà con un discorso di benvenuto. Appena la scolaresca del Ginnasio inferiore, che era disposta su due file davanti all’ingresso principale, scorse l’eroica figura del nostro beneamato Sovrano, scoppiò in un ripetuto ed entusiastico grido di “Evviva!”. Fu proprio una così grande acclamazione a salutare l’Imperatore, mentre entrava nella V classe, in cui, pronta ad accoglierlo, si trovava la gioventù del Ginnasio superiore.L’allievo della IV classe Arthuur Menzel diede il benvenuto a Sua Maestà con una poesia. Dopo questa accoglienza Sua Maestà si degnò di visitare la sala in cui si trovavano le collezioni di storia naturale, tutte le aule della scuola, l’aula di fisica, la biblioteca; egli assistette inoltre alle interrogazioni di alcuni allievi su diversi argomenti.Nel congedarsi Sua Maestà si degnò di esprimere al Direttore la Sua completa soddisfazione e la Sua incondizionata stima per l’elevato grado di preparazione raggiunto dagli allievi dell’Istituto, affidato alla sua direzione. La paterna ed affettuosa condiscendenza di Sua Maestà suscitò negli animi di tutte le componenti del Ginnasio un sentimento di devota sottomissione ed ammirazione che servirà d’ora innanzi da sprone sia agli insegnanti che agli allievi per ricompensare il nostro sublime Sovrano per la benevola fiducia a noi così generosamente accordata.” (tratto da: Programm und Jahresbericht des K.K. Ober-Gymnasiums in Görz, 1857, traduzione di Victoria Koching).