Vincenziani e Zelatrici in preghiera per le Vocazioni

Nel primo pomeriggio di lunedì 27 novembre, nella chiesa di S. Ignazio a Gorizia, l’incontro di preghiera di Adorazione per le Vocazioni ha visto provvidenzialmente riunite la famiglia di S. Vincenzo de’ Paoli, a 400 anni dalla fondazione del carisma vincenziano e le Zelatrici del Seminario per una conversione a Gesù e ai poveri. Siamo stati accolti, oltre che dal parroco don Sinuhe Marotta, anche dalla prof.ssa Malni Pascoletti che con emozione ci ha parlato della chiesa e di come abbia avvicinato a una visione di speranza i visitatori nella storia.La luce, il colore, lo spazio, nella bellezza e nell’accoglienza ha attirato il nostro sguardo verso il presbiterio e la parete di fondo, affrescata con l’immagine di S. Ignazio che raggiunge la meta della sua vita nell’incontro con Gesù. Con i sentimenti che questa visione aerea può aver suscitato nel cuore di ognuno di noi abbiamo iniziato la preghiera, chiedendo per le nostre chiese il dono di vocazioni alla vita presbiterale e alla vita consacrata, ripercorrendo la storia di S. Vincenzo che diventa un modello di risposta alla chiamata. S. Vincenzo, infatti, è stato grande nella carità, pronto alla chiamata del Signore e attento alla chiamata che il Signore faceva ai giovani del suo tempo. Abbiamo invocato lo Spirito Santo per riconoscere la presenza del Signore nel mistero dell’Eucaristia, nella storia di S. Vincenzo e nel volto dei poveri di oggi. I pensieri di S. Vincenzo sono diventati, durante la preghiera, la nostra meditazione e contemplazione davanti a Dio.Pur volendo fuggire dalla povertà è proprio nella povertà che S. Vincenzo incontra e scopre la misericordia di Dio. Egli diventa prete per sistemarsi, per fuggire dalla povertà. Il Signore, invece, gli fa vivere la schiavitù e poi incontrare una persona che vive appieno la sua vocazione. Dal desiderio di liberarsi della povertà all’immergersi nella povertà come scelta. Dall’uso dell’intelligenza per guadagnare denaro, all’uso dell’intelligenza perché ci sia una carità organizzata. Solo lasciando noi stessi per seguire il Signore possiamo trovare veramente noi stessi.S. Vincenzo capisce che tutti sono capaci di accogliere il Vangelo, di vivere la fede, anche i poveri e chi è senza istruzione. Egli intuisce che tra i poveri di cui prendersi cura ci sono anche i sacerdoti, anch’essi sono i destinatari della carità. Bisogna avere a cuore la vita dei preti, pregare per loro, farli vivere appieno e in santità la loro vocazione, perché diventino strumento attraverso il quale il Signore continua a chiamare. Solo quando incontriamo qualcuno che vive appieno la propria vocazione troviamo quell’ambiente in cui anche i giovani, oggi, possono scoprire la vocazione. Abbiamo chiesto al Signore di aiutarci a guardare con speranza alle nuove generazioni perché anch’esse possano incontrarsi con Lui, siano capaci di accogliere il Vangelo e di vivere la fede.Aiutaci Signore a trovare delle strade nuove, delle nuove missioni popolari perché ciascuno possa incontrarsi con Te. Rendi il cuore di ciascuno di noi disponibile al tuo Spirito perché sappiamo trovare strade nuove per annunciare il Vangelo, per essere creativi nella carità e nella fede.Al termine della preghiera è stato letto il biglietto di auguri, per il Santo Natale di nostro Signore, dell’Arcivescovo Carlo nel quale egli ci raccomanda di essere attenti ai giovani e alla loro vocazione, di diffondere il progetto del Monastero invisibile perché la preghiera salga incessantemente a Dio. Ci ha ricordato che anche lui ha avuto chi ha pregato per la sua vocazione e che è bello essere una famiglia che partecipa con gioia al progetto di Dio per i giovani più generosi. Grazie a tutti per la partecipata preghiera, vissuta con intensità, alle suore e ai presbiteri presenti. Un grazie particolare a Madre Lorenza e alle suore di S. Vincenzo che ci hanno offerta l’occasione per celebrare e conoscere meglio il loro fondatore. Grazie alla comunità di S. Ignazio per la generosa ospitalità, al parroco don Sinuhe che assieme all’assistente delle Zelatrici e Amici del Seminario, don Nicola, hanno guidato la preghiera.