Orsoline a Gorizia: una presenza iniziata 345 anni fa

Le cronache del Monastero di Sant’Orsola di Gorizia riportano che nel 1671 le due sorelle Maria ed Anna Bonsi  “già attempate d’anni una 63 l’altra 62”, sotto la direzione dei Padri Gesuiti iniziarono a praticare una forma di vita religiosa. Ad esse si aggiunse la più giovane Anna Milera. Maria Bonsi era “molto istruita nelle cose spirituali, essendo stata un tempo in un Istituto detto delle Signore Inglesi”, ordine religioso femminile che seguiva indirizzi simili a quelli dei Gesuiti. Le tre donne si impegnarono allora in opere educative e caritative. Per dare maggior forza e regolarità a questa iniziativa, con il sostegno dei Gesuiti, in particolare di p. Francesco Gulluni, e della nobiltà locale, si chiese alla Superiora delle Orsoline di Vienna di inviare alcune religiose per poter fondare a Gorizia un convento. Vennero così mandate a Gorizia cinque Orsoline; tra queste madre Caterina Lambertina Pauli-Stravius, originaria di Liegi, che divenne la prima Madre Superiora del convento. Il monastero fu quindi fondato ufficialmente nel 1672. Inizialmente le tre donne abitavano in una casa di proprietà delle Bonsi (presso il convento delle Clarisse), che risultò però inadatta alle nuove esigenze, così, dopo la fondazione del monastero, assieme alle altre religiose, si trasferirono in una nuova sede ai piedi del colle del Castello in quella che poi sarebbe diventata via delle Monache, sede che occuparono dall’agosto del 1672 fino al primo dopoguerra. Questa casa, che si arricchì ben presto di una chiesa aperta al culto pubblico (1683),  andò ampliandosi col tempo, in modo piuttosto irregolare, comprendendo un’ampia area che arrivava fino all’attuale via Morelli.Le Orsoline attivarono qui un “educandato” ovvero un convitto aperto anche ad allieve non destinate alla vita monastica ed una vera e propria scuola rivolta all’esterno. Le due istituzioni erano però ben distinte: le educande infatti dovevano vivere lontane dal contatto con il mondo e dalle sue corruzioni. Dalle cronache del monastero apprendiamo come l’apertura in particolare della scuola ebbe fin da subito un grandissimo successo: “vi erano circa cento figliuole, e se il sito fosse stato maggiore, ne avrebbero pigliate assai più”. La scuola accoglieva fanciulle di età e condizione sociale molto diverse; l’educazione impartita comprendeva pratiche di pietà e catechismo, leggere e scrivere oltre ai lavori femminili. Le convittrici, col tempo, aiutavano le madri nella scuola esterna.Tra l’altro, fu con l’arrivo delle Orsoline che a Gorizia venne introdotta la lavorazione del merletto a tombolo e fuselli, attività praticata ed insegnata dalle religiose.Il monastero divenne ben presto una istituzione di grande importanza non solo a livello cittadino. Le proprietà del monastero andarono progressivamente incrementandosi con l’acquisizione di edifici in città e di poderi nella campagna, spesso frutto di donazioni. Accanto alle doti delle monache (spesso di origine nobiliare) ed ai proventi legati all’educandato, questi terreni garantivo le rendite necessarie al mantenimento del monastero e delle monache.Il monastero di Gorizia diede poi vita a quelli di Graz (1686), Lubiana (1702) e da ultimo Cividale (1843).A seguito del Regolamento scolastico del 1774 nei domini asburgici l’educazione diventò formalmente obbligatoria. Accanto alle scuole di una o due classi, dette “triviali” (Trivialschule) ovvero destinate ai villaggi, erano previste presso i centri maggiori (di solito i capoluoghi distrettuali) Caposcuole (Hauptschule) di tre classi. Dove i numeri lo consentivano si dividevano i maschi dalle femmine, fino a costituire veri e propri istituti distinti. Così a Gorizia presso il monastero delle Orsoline, in ragione della tradizione di insegnamento già lunga e consolidata, venne istituita una Caposcuola femminile di tre classi. Non era però una semplice Caposcuola: si trattava di una Scuola Normale (Normalschule) ovvero di una Caposcuola dove si applicava il metodo d’insegnamento detto “normale”,  che prevedeva delle precise norme per l’insegnamento e per definire l’avanzamento degli allievi negli studi (la divisione per classi era legata in primo luogo a questo). Era il metodo d’insegnamento previsto anche per la formazione dei futuri insegnanti. Non essendoci istituti scolastici femminili superiori, a tutti gli effetti questo era il grado più alto di educazione pubblica possibile per una donna. L’importanza dell’attività educativa permise al monastero di sopravvivere alle soppressioni volute prima dall’Imperatore Giuseppe II e poi in età napoleonica.Fino ai decenni centrali dell’Ottocento quella attiva presso le Orsoline continuò ad essere la Caposcuola femminile della città di Gorizia. Presso l’istituto si potevano anche superare i corsi di metodica (riservati alle donne) che anche abilitano all’insegnamento. Le altre scuole femminili  attive in città non raggiungevano all’epoca a questo grado.Il sistema così organizzato, compreso l’elemento della formazione magistrale femminile, restò pressoché immutato fino al 1875, quando, a seguito dell’applicazione della nuova legislazione d’impianto liberale, lo Stato, avocando a sé il controllo del sistema scolastico e la gestione della formazione magistrale, istituì propri istituti magistrali: a Gorizia viene aperto un nuovo istituto magistrale e chiuso il corso attivo presso le Orsoline, che mantennero però attive le scuole di grado inferiore.La scuola delle Orsoline, in quanto dipendente da un istituto religioso, pur continuando nella propria attività, si trovò ad essere considerata come una qualsiasi scuola privata. Riuscì però ad ottenere nel 1886 il diritto di pubblicità, entrando di nuovo diritto a far parte del sistema dell’istruzione pubblica goriziana. Così dal 1891 la scuola aveva il titolo di Scuola popolare generale e cittadina con lingua d’insegnamento italiana. A questa, a partire dal 1907, si affiancò la scuola privata in lingua tedesca. Nell’immediato dopoguerra, per un brevissimo periodo funzionò anche una scuola in lingua slovena (1918-1919).Nel 1905 le religiose acquistarono una villa a Capriva, anche in funzione di contrasto all’istituto evangelico di Villa Russiz. Qui ben presto venne organizzato un noviziato rivolto alle aspiranti di lingua italiana della Monarchia. Prima maestra delle novizie fu madre Angela Lorenzutti, che va ricordata anche per il ruolo che ebbe nell’Ordine. Alla fine dell’Ottocento la riforma dell’organizzazione generale delle Orsoline portò con una relativa lentezza al passaggio di tutti di monasteri sotto l’Unione romana, ovvero sotto un’unica superiora generale con sede a Roma. L’aggregazione di quello goriziano all’Unione divenne definitiva nel 1904. A seguito di ciò, la superiora generale dell’Unione venne in visita a Gorizia e a Capriva, dove incontrò appunto madre Angela Lorenzutti, che nel 1910 le successe come superiora generale. Mantenne questa carica fino al 1926. Ritornò a Gorizia, dove fu superiora dal 1928 alla morte (1933).Le monache rimasero nella propria casa, anche se in numero ridotto, durante la Guerra. Le cronache redatte in quei giorni sono una viva testimonianza della città a lungo assediata e poi occupata dalle truppe italiane.La guerra portò delle conseguenze pesanti: a causa soprattutto degli ingenti danni subiti l’edificio che per secoli aveva ospitato le Madri e la loro scuola dovette essere abbandonato, e venne trovata una nuova sistemazione presso villa Cecconi, dove le monache si trasferirono tra il 1927 ed il 1928. L’operazione non fu semplice, soprattutto sotto il profilo economico. Ma le Madri seppero far fronte alle difficoltà.Continuò l’azione educativa delle Orsoline che, adeguandosi alle nuove esigenze normative, mantennero sempre viva l’attenzione verso la scuola di base. Non solo: molteplici furono le iniziative scolastiche che prendono vita dopo la guerra: venero organizzate inoltre una scuola di avviamento professionale, una scuola di economia domestica, una scuola di taglio e cucito ed anche una scuola media. Dal 1924 venne anche aperta una scuola magistrale e, nel 1940, la scuola media inferiore.Durante la seconda guerra mondiale il Monastero non subì danni, tanto che nel settembre del 1943 venne requisito dallo Stato maggiore delle truppe tedesche per essere poi adibito ad ospedale. Nel maggio del 1945 vi si installò un reparto americano, che lo lasciò momentaneamente durante l’occupazione titina della città. Appena nel 1947 l’edificio ritornò ad essere completamente in possesso delle Orsoline, che poterono così riavviare la loro importante attività educativa.Nel secondo dopoguerra l’attenzione delle Madri Orsoline verso l’istruzione scolastica si concretizzò a lungo nell’asilo, nella scuola elementare, nella scuola media, ed anche nella scuola magistrale che preparava le maestre d’asilo.L’archivio delle Madri Orsoline (ora conservato presso l’Archivio della Curia di Gorizia) conserva la memoria di queste molteplici realtà fino al presente, consentendo di ripercorrere la vita di un istituto che ha accompagnato per più di tre secoli la crescita di Gorizia ed in particolare quella di tante donne goriziane.