Nuovi diaconi a Iasi

Nel pomeriggio di lunedì 27 novembre nella chiesa di S. Ignazio a Gorizia c’è stata una partecipata Ora di Adorazione delle zelatrici del seminario. Alle zelatrici, compresi molti uomini, si è aggiunta anche la famiglia vincenziana per ricordare i 400 anni della fondazione, avvenuta il 10 agosto 1617, delle “Serve dei poveri”, chiamate successivamente “Dame della carità”.Presente la superiora provinciale delle Suore della Carità, suor Lorenza Sponton, venuta da Treviso con altre consorelle, e le suore della casa di riposo Villa San Vincenzo e casa di riposo Villa S.Giusto di Gorizia.Partecipando a questa Ora di preghiera per le vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie ho incontrato tante persone conosciute, a suo tempo, perché facenti parte di un gruppo missionario, di varie parti della diocesi, La preghiera è stata veramente sentita. E mi è venuto spontaneo un pensiero particolare. utte queste persone pregano con fede per il dono di nuove vocazioni. E forse il Signore ascolta queste preghiere e le trasferisce a Iasi nella Moldova romena. Non era un pensiero strano perchè, alcuni giorni dopo, l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, ho avuto la gioia di partecipare alle Ordinazioni Diaconali, proprio a Iasi.Invitato dal Rettore dell’Institutul Teologic Romano-Catolic, mons. Benone Farcas, ho celebrato e pregato per i nuovi diaconi che saranno ordinati sacerdoti nel prossimo mese di giugno.Fra i 15 nuovi diaconi ben 9 sono quelli adottati da persone singole, famiglie o gruppi missionari della nostra diocesi. Un gruppo veramente rilevante che speriamo possa essere confermato con la Ordinazione Sacerdotale nel prossimo giugno. Saranno allora ben 159 i chierici del seminario di Iasi, diventati sacerdoti grazie al sostegno spirituale e materiale di altrettanti benefattori della nostra diocesi, in questi ultimi 22 anni.È bella questa comunione tra le Chiese. E la diocesi di Iasi sa ricambiare i doni ricevuti aprendosi al mondo intero e inviando suoi sacerdoti in aiuto ad alcune Chiese dell’Austria, della Germania, ed anche dell’Italia, dove operano ben 34 sacerdoti in varie diocesi.E’ rimarchevole che una diocesi, che è una enclave cattolica in mezzo al mondo ortodosso e uscita, alcuni decenni fa, dall’oppressione e persecuzione comunista, abbia avviato anche proprie missioni in varie parti del mondo, due in Ecuador, una in Costa d’Avorio e Kenya, e, ultimamente anche a Panama. Non pensavo mai che la preghiera costante delle nostre zelatrici per nuove vocazioni, trovasse nella Moldova romena un terreno così fecondo.