La testimonianza libanese di padre Damiano Puccini

Un folto pubblico di amici e sostenitori delle missioni ha accolto la presenza a Gorizia di p. Damiano Puccini, sacerdote toscano da oltre un decennio missionario nel Libano per un incontro, promosso dal Centro missionario diocesano, unitamente alle associazioni “Centro Studium” e “Terra Nuova”.Dopo il saluto di don Franco Gismano, direttore del centro, il religioso, ora incardinato nel clero di rito maronita, ha saputo esporre con estrema chiarezza l’emergenza umanitaria che il piccolo paese mediorientale, da sempre laboratorio di compresenze, sta vivendo soprattutto negli ultimi anni. Dopo la gravissima crisi in Iraq e Siria, milioni di profughi, in gran parte donne, vecchi e bambini, per lo più cristiani ma non solo, hanno cercato rifugio nel Libano per sfuggire alla morte certa prospettata loro dal sedicente “Stato islamico”. La storia di p. Damiano ha comunque origini più remote che partono dal massacro di Damour, a sud di Beirut, perpetrato nel 1976 dai profughi palestinesi a danno della popolazione cristiano-maronita: a partire da allora, i cristiani sopravvissuti seppero vincere la logica dell’odio e della vendetta in nome del perdono e della carità; pur scacciati ritornarono, come poterono, nel loro villaggio e si dedicarono all’assistenza dei parenti e degli amici dei loro stessi aggressori, opponendo in modo quasi eroico la pace alla guerra, l’aiuto alla violenza. Poco a poco il loro esempio si è allargato e negli ultimi tempi è nata un’associazione, “Oui pour la vie” (Un “sì” per la vita) animata da p. Damiano, assieme ad una schiera di libanesi cristiani e mussulmani, dedita all’aiuto dei più poveri tra i poveri senza distinzione di fede o nazionalità, offrendo loro sussidi concreti ma soprattutto il proprio tempo, un sorriso e tanta disponibilità.Tale messaggio, autenticamente evangelico, ha sortito effetti mirabili in luoghi dove la convivenza pacifica non è sempre scontata: non sono mancate le conversioni alla fede cristiana. Piccoli miracoli quotidiani, ha spiegato p. Damiano, agevolati da una fede radicata e temprata dalle asperità, incarnata da santi come il monaco maronita Charbel Makhlouf, canonizzato da papa Paolo VI nel 1977, il cui culto si sta tutt’ora diffondendo anche tra non cattolici e tra gli stessi mussulmani, operando prodigiose guarigioni e conversioni. Al termine della liturgia eucaristica, il vescovo Carlo si è unito ai presenti per salutare padre Damiano Puccini e condividere la sua testimonianza missionaria.