“Ho ascoltato il Signore: mi sono fidato”

Mattia, nome che significa dono di Dio. E proprio come un dono è stato accolto dalle zelatrici, nella domenica dedicata a Cristo Bel Pastore, il nostro Mattia, entrato l’anno scorso in seminario, all’incontro con il vescovo monsignor Carlo in comunità sacerdotale. Ci ha detto Mattia: “Ho ascoltato il Signore, mi sono fidato, Lui mi ha chiesto di seguirlo ed io ho accettato. Sono molto contento della strada che ho intrapreso. In seminario mi trovo bene. In tutte tre le diocesi siamo in ventitre: tra di noi si percepisce la gioia di aver lasciato tutto per seguire il Signore, tra strade, vite, età diverse (dai 18 ai 34 anni). Lo stare insieme ci permette di crescere, di capirci e conoscerci e ci rende più facile la conoscenza del Signore e l’affidarci a Lui per lasciarci plasmare da Lui. Si tratta di rinnegare noi stessi in senso buono non di eliminare quello che eravamo, ma di renderlo ancora più fecondo perché il Signore possa operare attraverso di noi e i nostri talenti”.Il vescovo Carlo ci ha esortati a “fare nostro” il Vangelo per poterlo rendere vivo ed efficace nella vita di ogni giorno. Non mancano solo le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, ma anche quelle al matrimonio. Si percepisce allora ancora di più che le vocazioni sono un problema di tutti i fedeli. Indistintamente siamo chiamati, in diversi modi e contesti, a parlare di Dio, di quanto può essere bello entrare in una comunità cristiana ed avvicinarsi ad un sacramento. E siamo invitati a farlo in questo tempo, vale a dire nel nostro quotidiano, nella normalità, ordinarietà e semplicità dei giorni che viviamo. È bello ascoltare un sacerdote, anche se non più giovane, trasmettere l’entusiasmo e la gioia dell’essere prete, di sentirsi nelle mani del Signore. Che cosa ci rimane da fare allora come zelatrici dopo questo incontro fatto di relazioni e ricco di contenuti? Sicuramene far tesoro di tutto ciò che abbiamo ascoltato e condiviso per raccontarlo e trasmetterlo, come un dono, alle nostre famiglie, ai ragazzi e ai giovani nelle nostre comunità, nella certezza che i frutti non mancheranno, come non sono mancati in quest’anno, per i quali ringraziamo di cuore tutte le zelatrici, ad una ad una.