Empori della Solidarietà: luoghi di relazione

Trecento famiglie aiutate a Monfalcone, 450 a Gorizia, per complessive 2000 persone e 1500 spese al mese. Quintali di prodotti alimentari distribuiti di cui una parte recuperati dai supermercati che quando si avvicina la scadenza li ritirano e li destinano alla Caritas. Numeri, numeri importanti, che fanno capire l’entità delle famiglie in difficoltà che vengono aiutate dall’Emporio della Solidarietà di Gorizia e di Monfalcone. Sicuramente uno strumento efficace che, centralizzando la distribuzione degli aiuti alimentari, riesce a gestire meglio quanto arriva da donatori di vario genere, quali Enti istituzionali, associazioni, aziende alimentari, supermercati e grande distribuzione, panifici, aziende agricole, orti solidali, ma anche singoli donatori che portano una piccola spesa. Non possiamo dimenticare il sostegno economico importante della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e di diversi Enti Locali.Ma tutto ciò non basta a rappresentare ciò che avviene all’Emporio della Solidarietà. Mi preme ricordare quanto detto da don Paolo Zuttion all’inaugurazione dell’Emporio di Monfalcone: “L’uomo ha bisogno di Relazioni” e pensandoci è proprio così. L’uomo è caratterizzato dal suo bisogno, sicuramente chi è in difficoltà economica ha un bisogno anche di tipo alimentare, ma dai molteplici incontri quotidiani emerge una pluralità di situazioni e di necessità davanti alle quali spesso ci si trova impotenti. L’Emporio ha il compito di dare un aiuto alimentare alle persone bisognose. Ma l’Emporio non è solo una struttura con un compito sociale, ma è un insieme di persone, di volontari e di relazioni.Una delle cose di cui ci si stupisce è che, nonostante l’attività di approvvigionamento sia solo in minima parte programmabile, ogni giorno riceviamo prodotti alimentari in modo assolutamente inaspettato. Aziende agricole ci destinano una parte della loro produzione, panifici ci destinano il pane del giorno prima e in molte occasioni anche quello fresco, i supermercati ci mettono da parte i prodotti in scadenza, vengono portati i prodotti raccolti dalle parrocchie oppure qualche singolo donatore ci porta una piccola spesa o raccoglie la frutta dall’albero di casa. Uno stupore continuo e tante relazioni.Il 28 novembre è stata fatta la colletta del Banco Alimentare che ha visto molti di noi volontari nei vari supermercati a chiedere una piccola spesa per le famiglie bisognose. Nonostante il clima di incertezza, di crisi economica e ultimamente di paura dovuta ai fatti internazionali, il gesto è, anche quest’anno, riuscito. Riuscito sicuramente visti i risultati delle tonnellate raccolte, ma anche, permettetemi, per le numerosissime relazioni che sono nate tra gli ormai “veterani delle raccolte” e chi per la prima volta ha partecipato al gesto, come giovani studenti o alcuni “tesserati” dell’Emporio stesso. Ne è emerso un grande gesto educativo e di condivisione.Infine c’è un aspetto forse più importante che ogni giorno continua a stupirci: I volontari e la loro gratuita disponibilità. La pazienza nell’ascoltare i problemi e le necessità nei vari centri di ascolto, ma non solo. Ogni giorno c’è chi si occupa di ritirare i prodotti alimentari, di curare ed insacchettare la verdura, la frutta, il pane, riempire gli scaffali con pasta, riso e scatolame, predisporre i prodotti da frigo, con la finalità non solo di predisporre il locale per un’efficiente distribuzione, ma anche un luogo bello e con un’esposizione curata, perché chi viene all’Emporio non si senta a disagio.Volontari: persone di diversa provenienza, età e con caratteri diversi. Un “miracolo” che fino ad ora siamo andati d’accordo. In questo periodo, infatti, sono nati bellissimi rapporti … relazioni.Resta evidente che quanto è nato non è solo grazie a noi, alle nostre forze o al nostro impegno, ma è Lui che opera misteriosamente attraverso di noi, le nostre caratteristiche, i nostri limiti. Buon Natale