Azione Cattolica: bella storia!

La nostra storia raccoglie volti di persone che hanno vissuto il loro impegno in associazione con la certezza che insieme si possono costruire grandi cose, che solo intrecciando i propri  sogni con quelli degli altri, questi  si  posso realizzare. Essere associazione significa voler condividere con il maggior numero di persone possibile un’esperienza forte  di Chiesa, viva e responsabile. E’ voler rendere di qualità la presenza dei laici al fianco dei pastori per l’annuncio del Vangelo.E’  l’impegno a rendere belle le nostre storie, senza nasconderci le difficoltà, ma con la consapevolezza che stiamo camminando insieme nella concretezza della vita quotidiana delle nostre parrocchie e delle nostre città. E’ sperimentare ogni giorni l’essere famiglia di famiglie, l’incontro fra persone uniche e irripetibili, perché ognuno di noi è indispensabile perché tutti possano crescere. E’ condividere la vocazione di ognuno di noi, per testimoniare il nostro essere   laici nel mondo e riconoscere la storia di salvezza che è nella nostra vita. Uomini e donne che quotidianamente si imbattono in fatiche e gioie, in domande alla ricerca di risposte, in esperienze di fragilità e di forza. Uomini e donne che vivono in un contesto sociale segnato da crisi e  cambiamento, in una Chiesa chiamata a uscire, a portare la speranza di fronte a sfide inedite.E’ una bella storia di giovani che dedicano il loro tempo ai più piccoli, perché loro sono importanti.E’ una bella storia di giovani che stanno con i giovani, perché la vita va attraversata insieme.E’ una bella storia  perché oggi ci soffermiamo a leggere i segni dei tempi e a ripensarci per rispondere alla nostra vocazione missionaria.E una bella storia perché ci possiamo confrontare continuamente , e anche se alle volte è faticoso, ci consente di essere “Chiesa sinodale”.E’ una bella storia perché alcuni di noi ci aiutano a ricordare che un grande momento di discernimento comunitario  quale è stato il convegno ecclesiale di Firenze, abbia un “dopo”.E’  una bella storia perché è dentro ad un tempo di speranza e responsabilità.E’ una bella storia perché ognuno di noi è un discepolo-missionario, che racconta l’amore di Dio lasciandosi evangelizzare.E’una bella storia di responsabilità, perché ci sono io e ci sei anche tu, ed insieme facciamo nostra l’Azione Cattolica!Buona Festa dell’adesione.

All’insegna del discernimento

LAzione Cattolica Italiana ha iniziato il lungo ed articolato percorso di rinnovo degli incarichi associativi, a tutti i livelli, dal parrocchiale al nazionale. Un percorso che in diocesi è già stato avviato con le prime assemblee parrocchiali e vedrà come primo traguardo l’assemblea diocesana già programmata per il 12 febbraio 2017. A chiusura di questo percorso la XVI assemblea dell’Azione Cattolica Italiana in programma dal 28 aprile al 1 maggio del prossimo anno.Il rinnovo delle cariche associative unisce due aspetti fondanti dell’associazione: la democraticità e il discernimento. Ai vari livelli i responsabili associativi vengono scelti attraverso elezioni a cui partecipano i soci aderenti, seguendo la tradizione di democraticità che contraddistingue l’associazione e che chiede a ciascuno di dare il proprio contributo.È una prova di discernimento perché la scelta di accogliere un incarico non è facile, bisogna fare i conti con tutti i vari impegni personali, famigliari, lavorativi. Grazie all’accompagnamento degli assistenti e dei responsabili in carica è una scelta fattibile, che dà l’opportunità di vivere momenti di formazione e crescita particolarmente intensi e significativi, soprattutto grazie agli incontri promossi a livello regionale e nazionale, occasioni di incontro e scambio con persone che vivono lo stesso cammino in altre parti d’Italia e del mondo. Essere responsabili associativi in Azione Cattolica quanto sia possibile da laici rendere un servizio fedele al Vangelo e contribuire attivamente al percorso che la Chiesa tutta sta facendo.La XVI assemblea sarà anche occasione per dare il via alle iniziative che L’ACI sta predisponendo per festeggiare i 150 della sua costituzione, avvenuta nel 1868 su proposta di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che già allora avevano intuito come l’associazionismo in ambito cattolico potesse essere un contributo fondamentale nel percorso della Chiesa. Il tema scelto per il percorso di quest’anno è “Fare nuove tutte le cose – radicati nel futuro, custodi dell’essenziale”.E proprio stando all’interno di questa realtà, l’Azione Cattolica Italiana desidera avviare la sua riflessione verso la XVI Assemblea. La realtà infatti non è un ostacolo, “nonostante” cui l’associazione continua stoicamente a operare. La realtà di questo tempo e di questa Italia è il contesto “dentro” il quale oggi, giorno dopo giorno, Dio è all’opera e compie prodigi là dove gli uomini vivono, si mescolano, s’incontrano, si prendono in braccio, si appoggiano, partecipano a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio (cfr. EG 87). Questo cammino parte da ” una verifica del triennio che si sta concludendo, mettendo in luce ciò che è andato bene e ciò che si può migliorare. Poi invitiamo a una riflessione in quattro passaggi, che prendono spunto dai quattro criteri enunciati da papa Francesco ai numeri 222-237 di Evangelii Gaudium.  L’altro termine che facciamo nostro -anche dal piano diocesano- è nel discernimento: ci guidano le radici della nostra identità associativa. Queste radici sono maturate nel corso della nostra storia e sono state custodite in contesti diversi, diventando le scelte fondamentali che danno forma all’Azione Cattolica di oggi: dedizione alla Chiesa universale e locale, impegno educativo, intergenerazionalità e unitarietà, democraticità, corresponsabilità, scelta religiosa, scelta missionaria. Ecco allora che, per esercitare il discernimento proprio alla luce di queste fondamentali scelte identitarie, invitiamo ogni associazione parrocchiale e diocesana, a compiere quattro passaggi:a. “La realtà è più importante dell’idea” – Attenti al contesto . L’Aci propone  che tutti i percorsi assembleari delle parrocchie prima, e delle diocesi poi, cominciassero con una lettura della realtà. Una lettura che muova dai problemi e dalle domande reali delle persone, e non solo dalle questioni di ordine pastorale, che pure non vanno tralasciate.b. “Il tempo è superiore allo spazio” – Quali processi innescare . Interrogati dalla realtà, ci chiediamo: che processi innescare in questo contesto? Quali risposte possono essere date dall’AC in questo luogo e questo tempo?c. “Il tutto è superiore alla parte” – Quale AC per questi contesti . Comprese le possibili risposte, occorre riflettere sulla forma associativa. Di quale AC (vita associativa, proposte, modalità di incontro…) c’è bisogno per la nostra realtà e per le azioni che abbiamo individuato come essenziali?d. “L’unità prevale sul conflitto” – Quali alleanze costruire . All’interno della nostra comunità, chi sono gli altri protagonisti di questa storia, oltre all’AC? Quali alleanze possiamo stringere, dentro e fuori la Chiesa, per rispondere agli stimoli del tempo ed alle esigenze della chiesa diocesana.La presidenza diocesana